domenica 6 febbraio 2011

I pensieri dell'anima

I miei pensieri sono qualcosa che la mia anima teme.
Fremo per la mia allegria.
A volte mi sento invadere da
una vaga, fredda, triste, implacabile
quasi-concupiscente spiritualità.


Mi fa tutt'uno con l'erba.
La mia vita sottrae colore a tutti i fiori.
La brezza che sembra restia a passare
scrolla dalle mie ore rossi petali
e il mio cuore arde senza pioggia.

I miei pensieri e sentimenti si confondono e formano
una vaga e tiepida anima-unità.
Come il mare che prevede una tempesta,
un pigro dolore e un'inquietudine fanno di me
il mormorio di un incalzante stormo.


I miei inariditi pensieri si mescolano e occupano
le loro interpresenze, e usurpano
gli uni il posto degli altri. Non distinguo
nulla in me tranne l'impossibile
amalgama delle molte cose che sono.

Sono un bevitore dei miei pensieri
l'essenza dei miei sentimenti inonda la mia anima.
La mia volontà vi si impregna.
Poi la vita ferma un sogno e fa sfiorire

la bellezza nel dolore dei miei versi.


Fernando Pessoa (Lisbona 1888 – 1935)

1 commento:

  1. "Sono il Dio dell'Immaginazione, perduto perché non creo. E' per merito mio che, da bambina, hai sognato quei sogni che sembrano giochi; è sempre per merito mio che, già donna, di notte hai potuto abbracciare i principi e i dominatori che dormono al fondo di quei sogni. Sono lo Spirito che crea senza creare, la cui voce è un fumo e la cui anima è un errore. Dio mi ha creato perché lo imitassi di notte. Lui è il Sole, io sono la Luna. La mia luce raggia su tutto ciò che è futile o finto, fuoco estinto, sponde di fiume, pantani e ombre.
    Quale uomo ha posato sui tuoi seni quella mano che fu mia? Quale bacio ti hanno dato che fosse uguale al mio? Quando, nei lunghi pomeriggi caldi, sognavi tanto da sognare di sognare, non hai visto passare al fondo dei tuoi sogni una figura velata e rapida, quella che ti avrebbe dato tutta la felicità, quella che ti avrebbe baciato indefinitamente? Ero io.
    Sono io. Sono chi hai sempre cercato e mai potrai trovare. Talvolta, nel fondo immenso dell'abisso, Dio stesso mi cerca, affinché io lo completi, ma la maledizione del Dio Più Anziano - il Saturno di Geova - incombe su di lui e su di me, separandoci, quando avrebbe dovuto unirci, affinché la vita e ciò che da essa desideriamo fossero un'unica cosa.
    L'anello che usi e ami, l'allegria di un vago pensiero, il sentirti bene allo specchio in cui ti guardi: non illuderti, non sei tu, sono io. Sono io che lego bene i lacci con cui le cose si decorano, che dispongo certi colori di cui le cose si adornano. Di tutto ciò di cui non vale la pena, io faccio il mio dominio e il mio impero, signore assoluto dell'interstizio e dell'intermedio, di ciò che nella vita non è vita. Proprio perché la notte è il mio regno, il sogno è il mio dominio. Ciò che non ha peso né misura, questo è mio.
    (...)
    Voi avete il vantaggio di essere uomini, e credo alle volte, dal profondo della mia stanchezza di tutti gli abissi, che valga più la calma e la pace di una notte in famiglia accanto al focolare che tutta questa metafisica di misteri a cui noi, dei e angeli, siamo condannati per natura. Talvolta, quando mi affaccio sul mondo, vedo, in lontananza, andare e venire dal porto le vele delle barche dei pescatori e il mio cuore prova nostalgie immaginarie della terra dove non è mai stato. Felici quelli che dormono, nella loro vita animale, un sistema peculiare dell'anima, velato di poesia e illustrato di parole."

    Fernando Pessoa - L'ora del Diavolo

    Un'unione perfetta tra il suo interesse per l'esoterico e la sua infinita capacità d'introspezione.

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