venerdì 28 ottobre 2011

Signora Ipocrisia

La bugia copre la verità

l'ipocrisia si espande in città

e mentre tu vuoi spazzarla via

c'è qualcuno che la rende pia.

Cosa ci faccio qui?

La gente parla senza sapere

con l'intento di far decadere

un legame ormai consolidato

con un soffio falso emanato.


Chi è questa gente?

Tradimenti e patti non mantenuti,

sperando che siano taciuti

e dopo il ritorno dell'amore

per cui non c'è più posto nel cuore.


Perchè sono ancora qui?

Una vita senza problemi,

con una mente priva di schemi

la ragazza nel letto,

l'amante nel cassetto.

Maschere o volti?

Indifferenza e ipocrisia

c'è tristezza nell'anima mia.

Nelle vostre menti un'apparente felicità,

nelle vostre vite mancanza di onestà.

Dire o tacere?
A

martedì 13 settembre 2011

Cerco, immagino, penso, ipotizzo, farnetico, non trovo.

Cerco la vitalità nella vita delle persone. Cerco nella gente quella scintilla perduta, quella luce che rischiara i cuori al mattino fino a cullarli nell'ombra della sera. Cerco la voglia incontrollata di vivere, di giocare, di ridere, di piangere. Cerco il pensiero di sussurrare al vento il proprio amore non corrisposto, l'ira di sbattere la testa contro un muro per un amore finito troppo presto, la dolcezza con cui una mano sfiora l'anima dell'altro. Cerco la gioia di tornare a casa e rasserenarsi alla vista di una mamma o di un papà, persi nelle loro faccende domestiche e assorti nei loro problemi. Cerco i tasti di un pianoforte che siano capaci di suonare da soli a ritmo di un cuore innamorato. Cerco una tempesta che si fermi davanti all'umanità e che prima di irrompere e distruggere, si chieda: " Che cosa succederà dopo? Quanti cuori infrangerò? Quante lance scaglierò a queste famiglie? Quante dimore distruggerò? "
Cerco un'emozione lancinante, una magia dissacrante, una grazia agghiacciante, un amore accecante.


A

Un egoismo benigno

Non posso esistere senza di te.
Mi dimentico di tutto tranne che di rivederti:
la mia vita sembra che si arresti lì,
non vedo più avanti.
Mi hai assorbito.
In questo momento ho la sensazione
come di dissolvermi:
sarei estremamente triste
senza la speranza di rivederti presto.
Avrei paura a staccarmi da te.
Mi hai rapito via l'anima con un potere
cui non posso resistere;
eppure potei resistere finché non ti vidi;
e anche dopo averti veduta
mi sforzai spesso di ragionare
contro le ragioni del mio amore.
Ora non ne sono più capace.
Sarebbe una pena troppo grande.
Il mio amore è egoista.
Non posso respirare senza di te.

John Keats

giovedì 16 giugno 2011

Sentinella

Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame freddo ed era lontano 50mila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità doppia di quella cui era abituato, faceva d'ogni movimento un'agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia d'anni, quest'angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell'aviazione, con le loro astronavi tirate a lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, tocca ancora al soldato di terra, alla fanteria, prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo fottuto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano mandato. E adesso era suolo sacro perché c'era arrivato anche il nemico. Il nemico, l'unica altra razza intelligente della galassia... crudeli schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di qualche migliaio di pianeti; ed era stata subito guerra; quelli avevano cominciato a sparare senza nemmeno tentare un accordo, una soluzione pacifica. E adesso, pianeta per pianeta, bisognava combattere, coi denti e con le unghie.
Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame, freddo e il giorno era livido e spazzato da un vento violento che gli faceva male agli occhi. Ma i nemici tentavano di infiltrarsi e ogni avamposto era vitale. Stava all'erta, il fucile pronto.
Lontano 50mila anni-luce dalla patria, a combattere su un mondo straniero e a chiedersi se ce l'avrebbe mai fatta a riportare a casa la pelle.
E allora vide uno di loro strisciare verso di lui. Prese la mira e fece fuoco. Il nemico emise quel verso strano, agghiacciante, che tutti loro facevano, poi non si mosse più.
Il verso, la vista del cadavere lo fecero rabbrividire. Molti, col passare del tempo, s'erano abituati, non ci facevano più caso; ma lui no. Erano creature troppo schifose, con solo due braccia e due gambe, quella pelle d'un bianco nauseante e senza squame...

giovedì 5 maggio 2011

Pascomi di dolor, piangendo rido.

Vedo una pioggia di lacrime,
una nebbia di sdegni,
un cielo di disillusioni,
una vita senza soffio vitale.
Vivo nei tuoi sogni, muoio nel mio dolore.

A

mercoledì 4 maggio 2011

Carme 85

Odi et amo quare id faciam, fortasse requiris. Nescio, sed fieri sentio et excrucior.

lunedì 28 marzo 2011

Quel posto che non c'è

E' un luogo che nessuno conosce, di cui forse un giorno ti darò la chiave.
E' pieno di foreste vergini, fontane di passione e fiori d'amore.
Non esistono corpi, ma solo anime sospese nel gran vuoto della vita,
libere da ogni catena terrena e tese verso l'infinito.
L'unico senso della loro vita è incontrarsi, per fondersi.
Non possono baciare la certezza dei loro corpi,
quindi stringono il dubbio delle loro anime.


A